Non solo droghe, alcol e gioco d’azzardo, esiste anche la dipendenza dal sesso ed è, secondo un recente sondaggio americano, sempre più diffusa.
Con il termine sexual addiction vengono indicati pensieri persistenti riguardanti la sfera del sesso che spingono la persona a compiere attività sessuali compulsive e ripetitive. La patologia venne individuata per la prima volta nel 1886 dal celebre psichiatra Richard von Kraft Ebing, che descrisse il fenomeno nel libro Psychopathia sexualis.
Chi soffre di questa patologia infatti non ha alcun interesse per il piacere dell’altro e non vuole in alcun modo relazionarsi con il partner, l’unica cosa che desidera è appagare il proprio desidero sessuale in fretta e senza complicazioni. Come risolvere il problema? Oggi sono moltissime le persone che soffrono di dipendenza dal sesso, ma solo poche trovano il coraggio di chiedere aiuto, superando la vergogna e la convinzione di riuscire in qualche modo a domare il proprio istinto.
Parlarne è il primo passo per trovare una soluzione. L’obiettivo da perseguire è quello di ritornare a vivere la sessualità in modo sano e naturale, senza considerarla una schiavitù e imparando a conoscere i pericoli che nasconde la ricerca compulsiva del sesso (ad esempio le malattie sessualmente trasmissibili).
Solitamente il programma terapeutico prevede una settimana di ospedalizzazione, seguita da una psicoterapia da solo e di gruppo, che consente di fissare le nuove regole della sessualità, ma anche di comprendere cosa ha causato il problema. La cura non si esaurisce in pochi mesi, ma continua per molto tempo, con sedute di psicoterapia che consentiranno di combattere l’ansia e la depressione, eliminare i pensieri ossessivi e migliorare l’autostima.
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